DIETRICH BONHOEFFER: UN TEOLOGO CONTRO HITLER
Il 9 aprile del 1945, all’alba di un lunedì dopo Pasqua, nel carcere di Flossenbürg, moriva impiccato Dietrich Bonhoeffer, pastore protestante, teologo fra i più importanti e ispirati del Novecento. I testimoni raccontano di averlo visto raccogliersi in preghiera prima di essere condotto al patibolo e, ancora, subito prima di essere giustiziato.
Era nato a Breslau in una famiglia della più ricca borghesia tedesca nel 1906. Aveva studiato a Tubinga, a Roma, a Berlino. Dopo una breve parentesi pastorale a Barcellona, aveva ottenuto la libera docenza presso la facoltà teologica di Berlino. Era stato a Bonn discepolo del celebre teologo Karl Barth. Da subito diventato famoso per l’acutezza spirituale e la profondità dottrinale delle sue opere, viaggiò a Londra a Sofia a New York; si recò per motivi di studio in Danimarca, in Svezia e poi in Italia, in Messico, in Norvegia e a Stoccolma, in Svizzera per incontrare un’altra volta Karl Barth, l’antico maestro. Di nuovo in Svizzera per aiutare clandestinamente un gruppo di ebrei a mettersi in salvo. La Gestapo, insospettita dai suoi continui viaggi, lo tenne d’occhio fino a quando lo arrestò. Già dal 1940 Dietrich aveva ricevuto il divieto di esercitare il ministero ecclesiastico. Impiegato presso l’Abwehr, i servizi segreti militari tedeschi, in realtà fu un membro attivo della resistenza e appoggiò, utilizzando i suoi numerosi e importanti contatti pastorali all’estero, il cognato Hans Dohnanyi che, con la complicità del colonnello Oster, dell’ammiraglio Canaris e di altri, invano tentò un attentato ai danni del Führer. Nel giugno del 1942 incontrò Maria von Wedemayer. Un amore epistolare delicato e breve, della durata di qualche primavera, che sopravvivrà al tempo e alla memoria. Si nutrirà di parole, di attimi. Saprà vincere il duro regime del carcere, forte di una fedeltà incrollabile, di un’intima assoluta certezza, di una condivisione spirituale piena. (altro…)